La storia degli ETF è relativamente recente. Il primo strumento passivo sotto la veste di Exchange Trade Fund nasce nel 1990 in Canada con la quotazione dalla borsa di Toronto del Toronto 35 Index Participation Fund, ancora oggi esistente con il nome di iShares S&P/TSX 60 Index ETF. Solo nel 1993 negli Stati Uniti la SEC autorizza la quotazione del celebre SPY, ovvero SPDR S&P 500 ETF Trust lanciato da State Street Global Advisors.
Solo 10 anni dopo la quotazione del primo ETF della storia sbarcano in Germania, UK, Svezia e Svizzera i primi ETF. Era il mese di aprile 2000 e in questa serie di articoli che ho deciso di dedicare alla storia degli ETF voglio ripercorrere le principali tappe di quello che, a tutto gli effetti, sta diventando il prodotto finanziario più ricercato e apprezzato dagli investitori.
Cercherò anche di indagare su che fine hanno fatto alcuni di questi ETF storici e quali sono stati i rendimenti che hanno retrocesso a investitori al tempo da considerare al tempo come veri e propri pionieri di quello che si è poi rivelato un boom sorprendente.
ETF europei: quali sono stati i primi prodotti?
I primi della serie europea furono due ETF lanciati da Merrill Lynch replicanti di indici come l’Euro Stoxx 50 e Stoxx Europe 50 (comprendente anche la Gran Bretagna). I due ETF, lanciati all’epoca con la politica di distribuzione dei dividendi, sono ancora oggi quotati (ma gestiti da iShares).
Sempre BlackRock (allora però sotto lo stemma di Barclays) è il gestore di altri tre ETF che vennero lanciati nel 2001. iShares Core Dax, iShares CAC40 e iShares Dow Jones Global Titans 50 si aggiunsero a quello sparuto drappello di ETF quotati sulle piazze europee. Nello stesso anno arrivano anche i primi ETF settoriali europei, mentre la francese Lyxor introdusse il primo ETF a replica sintetica che “copiava” l’andamento dell’Euro Stoxx 50. La stessa casa francese lancia poi nel 2001 anche i primi ETF che replicano indici americani, Dow Jones e Nasdaq 100, e non lo S&P500 che arriverà solo nel 2002 sempre sotto l’insegna di iShares.
Nel 2003 è la volta del primo ETF obbligazionario. iShares decide di quotare un ETF che replica l’andamento dei titoli di stato tedeschi a cui segue dopo pochissime settimane un ETF che con un unico strumento permette all’investitore di acquistare un nutrito gruppo di bond corporate europei. A fine 2003 Lyxor quota anche il primo ETF su Borsa Italiana e obbligazioni governative europee.
Il 2005 è l’anno dell’oro che scende nell’arena degli ETC con il celebre Gold Bullion, strumento ancora oggi ampiamente utilizzato con oltre 2,5 miliardi di euro di masse amministrate. Bisogna attendere proprio il 2005 per vedere quotato in Europa finalmente il primo ETF che replica l’andamento dell’indice azionario mondiale Msci World. L’emittente dello strumento è iShares e precede solo di qualche mese lo sbarco di Xtrackers con il suo ETF World a replica sintetica.
E la casa tedesca entra in grande stile nel mercato degli ETF andando a coprire nel 2007 il tassello mancante degli ETF monetari con uno strumento indicizzato all’EONIA, ma anche degli ETF short, ovvero a replica inversa di alcuni primari indici.
Gli anni seguenti sono ricchi di novità con l’avvento di tantissimi strumenti replicanti dei principali indici di mercato azionari e obbligazionari. Per i primi si affacciano sul mercato gli ETF fattoriali o smart beta, per i secondi ETF che investono solo su specifici tratti della curva dei rendimenti.
La storia della prima decade molto sinteticamente si ferma qui, con la Grande Crisi Finanziaria del 2009 che rappresenta lo spartiacque tra la gestione attiva e quella passiva.
Gestione passiva che da allora comincia un’ascesa che ancora oggi sembra inarrestabile e di cui, nelle prossime puntate, ripercorreremo più dettagliatamente alcune tappe.
Tutti gli articoli della serie: